Elettricità

  1. Obbiettivo autonomia !

    Le soluzioni di ricarica :

    Carica batterie a 220 volt
    Vantaggi : semplice ed automatico, ricarica al 100%.
    Svantaggi : Funziona solo in banchina o richiede un gruppo elettrogeno.

    Il nostro parere : Il carica batterie deve essere adeguato al parco batterie. In generale si sceglie un modello proporzionato al 20% della capacità delle batterie (un caricatore da 40 A per un parco batterie da 200 Ah). Non scegliete mai un carica-batterie di dubbia qualità. Tutti i caricatori del catalogo AD operano in tre fasi (boost, equalizzazione e floating o manutenzione). Questo sistema evita il surriscaldamento delle batterie e permette una ricarica ottimale. Evita, inoltre, di dover sorvegliare la carica. Potete lasciarlo collegato senza nessun rischio.
     
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  2. Regolatori per pannelli solari

    Il ruolo del regolatore è importante. E’ quello che determina la reale capacità di carica del pannello solare. Il regolatore PWM (Pulse With Modulation) o MLI in italiano (Modulazione di larghezza d’impulsi) è un regolatore di recente introduzione che ha permesso di migliorare la ricarica delle batterie passando dal 70% (come con i vecchi regolatori di tipo shunt e di serie) al 100% della loro capacità. Sono i più utilizzati negli impianti fotovoltaici. Esistono anche regolatori elettronici ancora più efficaci (ma molto più cari) che utilizzano la tecnologia MPPT (Maximum Power Point Tracking) capace di estrarre tutta la potenza da ogni pannello solare e ne aumenta l’efficacia fino al 30% in confronto ad un regolatore convenzionale.

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  3. Come scegliere la propria batteria

    Determinate la capacità necessari delle batterie.

    Con tre esempi stiliamo il bilancio elettrico di tre barche diversamente attrezzate. Adattateli al vostrocaso particolare. Una volta fatto il bilancio, si prevede una capacità delle batterie uguale o doppia del consumo giornaliero (l’ideale è di 3 volte). Ciò consente di non scaricare più del 50% le proprie batterie (di più sarebbe dannoso).
    ESEMPIO 1

    Giornata, rientro in porto di notte



    COMFORT
    Refrigerazione 6 24 aprile
    Acqua pressurizzata 8 1 8
    Musica 1 2 2
    E
    Pilota automatico 2 10 maggio
    GPS / plotter 2 12 giugno
    VHF Numero 4 ¼ 1
    Ricezione VHF / standby 0,1 10 gennaio
    Sounder 1 4 4
    Navigazione ferroviaria 1.5 9 giugno
    Consumo totale 24 67 ampere
     
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  4. Ottimizzate la vostra carica

    Da sapere

    Il ripartitore di carica standard a diodi provoca una caduta di tensione di circa 0,6 volt, qualunque sia la corrente che lo attraversa. Le batterie hanno bisogno di una tensione compresa tra 14,4 e 15 volt per essere ricaricate correttamente (per ottimizzare la fine del ciclo ed arrivare al 100% della carica). Se si interpone un ripartitore standard fra un alternatore che fornisce 14,2 volt e le batterie si avrà ai poli di queste ultime 13,6 volt insufficienti per una ricarica al 100%. Per rimediare a questo difetto vi proponiamo dei ripartitori elettronici senza caduta di tensione. Se volete una ricarica ottimale, orientatevi verso questi modelli. Un ripartitore di carica è tarato per una corrente massima, deve essere scelto di conseguenza. Per esempio, con un alternatore da 70 A il ripartitore deve, come minimo, essere tarato per questa corrente.

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  5. La misura della corrente, voltmetro o amperometro ?

    Controllare le batterie

    Contrariamente al parco batterie dei servizi, la capacità della batteria motore non è un dato importante, mentre è la tensione che conta. Bisogna, invece, poter sorvegliare la carica del parco batterie dei servizi. Per far questo, scegliete un gestionale che controlli tensione e corrente del parco servizi e vi dia solo la tensione della batteria motore. Se avete due parchi batterie per i servizi, occorre un doppio gestionale che controlli tutti i parametri (corrente e tensione ) sui due parchi e vi indichi anche la tensione della batteria motore.
     

    Il gestionale delle batterie, l’arma efficace

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